La combinazione della corsa dei prezzi energetici e delle materie prime e del rialzo del tassi di interesse sta generando il previsto avvitamento dell’economia reale che, superato l’effetto di trascinamento della crescita acquisita in precedenza e della continuità aziendale mantenuta anche con marginalità negative, si sta esaurendo in concomitanza con la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie connessa alle dinamiche inflattive che frenano i consumi ed erodono i risparmi.
Il clima di maggiore incertezza e di rallentamento, che i principali indici economici stanno certificando e che con sempre maggiore convergenza prefigurano una recessione alle porte, mostrano segnali indiscutibili di un trend al ribasso anche in termini di demografia imprenditoriale.
Gli esiti algebrici riferiti alla terza porzione d’anno restituiscono su scala nazionale appena 13mila e 330 unità aggiuntive, in deciso ridimensionamento rispetto alle risultanze dello scorso anno (-40% sul III trimestre 2021) ed in continuità con quanto emerso già nel trimestre precedente.
Al riguardo, occorre evidenziare che per consuetudine il periodo estivo genera un minor numero di iscrizioni rispetto agli altri quarti dell’anno; peraltro l’ultimo decennio è stato prevalentemente caratterizzato dal rallentamento della natalità imprenditoriale riferita al terzo trimestre. Tuttavia, negli ultimi due anni, tale fenomeno ha registrato una netta accentuazione.
Nella graduatoria regionale per tasso di crescita, che mostra una minore variabilità delle performance, ossia una minore dispersione degli esiti, il Lazio si colloca al 4° posto (+0,33% il tasso di crescita, a fronte del +0,22% nazionale), dietro Puglia e Trentino per una misura frazionaria e alla Valle D’Aosta, la sola a mostrare un distacco più consistente in termini percentuali (+0,46% la crescita).
Il bilancio nei territori di Frosinone e Latina è positivo per 277 imprese (a fronte delle 412 aggiuntive del terzo trimestre dello scorso anno, -30% in termini relativi) e si colloca in linea con i valori riferiti all’analogo periodo pre-covid (+271 unità il saldo del terzo trimestre del 2019). La performance più contenuta rispetto alla scorsa estate è condivisa da entrambi i territori, con una maggiore accentuazione nel frusinate, per effetto dalla più evidente ripresa delle cessazioni (+14%, in linea con i valori regionali e nazionali), mentre in terra pontina non emerge uno scostamento significativo.
Rispetto al terzo quarto dello scorso anno, si conferma il ridimensionamento del fattore compensativo dell’edilizia, in ragione delle perduranti incertezze normative e delle frizioni crescenti di mercato.
Il segmento turistico ricettivo, pur beneficiando del miglioramento dei flussi di turisti, mostra un rallentamento diffuso a tutti i livelli territoriali, che risulta meno significativo in terra pontina (+0,83% la variazione dello stock, a fronte del +0,99% targato III trimestre 2021).