Anche stavolta avevamo ragione. La Corte Costituzionale, con una sentenza, ha bacchettato la Regione Lazio per aver scaricato su Roma Capitale la gestione degli impianti di autodemolizione e dei loro rifiuti. Parliamo dei cosiddetti ‘sfasciacarrozze’, che per anni hanno inquinato la nostra città. Molti sono abusivi. Altri, anche se regolari, vanno rilocalizzati in aree della città idonee alla loro attività.
Per anni abbiamo portato avanti una battaglia per far rispettare le leggi e i diritti dei cittadini, facendo chiudere molti autodemolitori in seguito ai diversi illeciti e irregolarità registrati, in viale Palmiro Togliatti, nel Parco archeologico di Centocelle e in altre zone della periferia est di Roma: su questo abbiamo anche vinto un ricorso al Tar presentato da 70 gestori di impianti. Abbiamo quindi chiesto alla Regione Lazio di fare il suo dovere, rilocalizzando le attività e gestendo lo smaltimento di rifiuti pericolosi come carcasse di vecchie automobili, ferraglie e montagne di pneumatici. La Regione non l’ha mai fatto, anzi ha sfornato norme ad hoc per scaricare le competenze sull’Amministrazione comunale e ha di fatto ceduto alle pressioni degli sfasciacarrozze.
I giudici costituzionali oggi ci dicono che le Regioni non possono delegare ai Comuni le funzioni amministrative ad esse attribuite dallo Stato. Una decisione che ribadisce quanto diciamo da anni: la Regione Lazio, su questo tema come su altri, ha preferito nascondersi, non decidere, penalizzando Roma e i suoi cittadini.
Nota di Virginia Raggi, sindaco uscente di Roma