Uncem: ‘Prevenzione per combattere gli incendi’

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“Ancora una volta – afferma il presidente di Uncem Lazio, Achille Bellucci – assistiamo in queste torride giornate ad incendi devastanti come quelli che hanno interessato intere aree della Sardegna e tante altre in Italia.

E’ stato chiesto lo stato di calamità per gli oltre 20mila gli ettari di terreno di pregio naturalistico bruciati; sono state evacuate dalle loro abitazioni 1500 sfollati; sono in campo circa 7500 persone tra cui carabinieri e polizia, protezione civile, vigili del fuoco e corpo forestale; sono 20 inoltre i mezzi aerei impiegati tra elicotteri e Canadair. Continuano i roghi mentre scrivo e continuano gli interventi per tentare lo spegnimento.

Ma è così difficile capire e riconoscere che sono incendi dolosi dietro i quali si annidano interessi criminali legati al rimboschimento ed allo spegnimento degli incendi; interessi locali come quelli dei pastori in cerca di nuovi pascoli, accanto anche a fatalità, causalità, colposità, e quindi che ogni anno vanno prevenuti?
Sono anni che indichiamo come UNCEM che gli incendi vanno combattuti con la prevenzione, che i danni che essi provocano, pari a 3 miliardi solo in Sardegna, sono un millesimo di quanto costa organizzare una prevenzione efficace sul territorio, cioè un programma regionale che coinvolga le Comunità Montane, facilmente fattibile e già sperimentato, di postazioni sul territorio, con giovani assunti che segnalino l’insorgere dei primi focolai a centri ben equipaggiati d’intervento antincendio della Protezione civile.

Eppure – prosegue Bellucci – è già stato fatto perché è semplice assumere giovani operatori per i tre mesi di rischio estivo, organizzarli in turni di vigilanza nelle aree più pregiate e più a rischio di dolo, di colpa, e mettiamoci pure, di fenomeni naturali, ed organizzare una rete capillare di video sorveglianza di quelle aree con un numero adeguato di centrali di controllo H24; perché non lo si fa?”
“Lo Stato – conclude il presidente di Uncem Lazio – assiste colpevole al disastro e corre ai dispendiosissimi ripari senza riuscire a capire che è con la prevenzione che questi si evitano; come è con la prevenzione del dissesto idrogeologico che si salvano le nostre comunità da alluvioni, frane e smottamenti; che è con prevenzione che i piccoli e piccolissimi Comuni possono essere gli attivi custodi del territorio, con le nostre Comunità Montane che presidiano d’ufficio proprio le aree a rischio e sono ormai senza mezzi e personale.
La Politica deve capire che la prevenzione non è un lusso; i Piccoli Comuni non sono una scomoda numerosità; le Comunità Montane non sono enti inutili; i costi delle loro funzioni non sono degli sprechi da tagliare; se tutto ciò non verrà compreso, anche in occasione del PNRR, continueremo a pagare dieci, cento, mille volte di più per interventi d’emergenza, riparazioni e compensazioni, ed inoltre per decenni avremo il nostro ambiente sconvolto.”